Tutti sappiamo che in Italia si scrive (molto) e si legge (poco); data questa premessa, non è difficile capire perché gli editori siano così diffidenti nei confronti degli autori esordienti: si tratta di autori sconosciuti, per i quali nessuna casa editrice se la sente di assume rsi il (grosso) rischio di stampare tante copie che potrebbero restare ampiamente invendute sugli scaffali.
In realtà, il problema maggiore sta nel fatto che gli editori sono una cosa, i distributori sono un'altra e non è detto che, ammesso che si sia trovato un editore tradizionale, magari piccolo, disposto a stampare un libro, questi sia poi in grado di distribuire realmente il libro nelle librerie. Insomma, nel passaggio dalla stampa alla distribuzione c'è qualcosa che non sempre funziona.
Va comunque detto che l'evoluzione tecnologica offre oggi qualche opportunità in più agli scrittori esordienti e qualcosa, molto lentamente, si muove in Italia, sulla spinta di quanto succede nel mondo anglosassone con il fenomeno del cosiddetto print-on-demand o degli e-book; ne riparleremo in un prossimo post, esaminandone, per quanto possibile, i pro ed i contro.
Per offrire ulteriori spunti di discussione ho inserito un video in cui Leo Sorge, un esperto di comunicazione digitale, spiega alcuni aspetti della questione che ai più sono, di solito, sconosciuti ed offre alcuni dati sulle vendite di libri in Italia che sono sorprendenti.
Ritorneremo, come detto, sull'argomento; intanto attendo i vostri commenti.
Ferdinando G. Rotolo (giugno 2011)