sabato 6 agosto 2011

Saluti prima delle vacanze

Cari amici, finalmente arrivano anche per me le sospirate ferie e (si spera) un poco di sole e mare. Vorrei ringraziarvi con affetto tutti per le letture e per i commenti che avete regalato al mio blog da quando è attivo, cioé dallo scorso novembre. Vi auguro di cuore di trascorrere vacanze serene e vi do appuntamento al mio ritorno, con nuovi articoli, nuove discussioni, nuovi progetti.
Per salutarvi, vi offro la lettura di una poesia 'particolare', scritta da una poetessa molto 'particolare'. La poesia ha un titolo che è tutto un programma e ci invita a vivere pienamente ogni attimo della nostra esistenza grazie alla forza straordinaria che l'amore, nonostante tutto, possiede ancora.
Chi sarà l'autrice?

Ama
Ama finche’ non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sara’ meglio.
Perche’ lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti dara’ gioia.
La sofferenza
e’ un grande dono di Dio:
chi l’accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.


Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c'è un`altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arruginisca il ferro che è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!


Beh, l'autrice è Madre Teresa di Calcutta.
Buone vacanze e... a presto!

Ferdinando G. Rotolo (agosto 2011)

mercoledì 3 agosto 2011

A morte devagar

Ecco il testo di una bella poesia della poetessa e giornalista brasiliana Martha Medeiros (nella foto), erroneamente attribuita al poeta cileno Pablo Neruda. Ho alternato il testo originale portoghese (non facile da reperire) con la traduzione italiana. Sono versi molto profondi. Buona lettura e buona riflessione!




Morre lentamente quem vira escravo do hábito, 
repetindo todos os dias o mesmo trajeto e as mesmas compras no supermercado.
Quem não troca de marca,
não arrisca vestir uma cor nova, 
não dá papo para quem não conhece.
 
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Morre lentamente quem evita uma paixão, quem prefere o preto no branco e os pingos nos is a um turbilhão de emoções indomáveis,
justamente as que resgatam brilho nos olhos,
sorrisos e soluços,
coração aos tropeços, sentimentos.
 
Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso ,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Morre lentamente quem não vira a mesa quando está infeliz no trabalho,
quem não arrisca o certo pelo incerto atrás de um sonho, 
quem não se permite, uma vez na vida, fugir dos conselhos sensatos.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli
sensati.

Morre lentamente quem não viaja, 
quem não lê, 
quem não ouve música, 
quem não acha graça de si mesmo.
 
Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Morre lentamente quem destrói seu amor-próprio. 
Pode ser depressão, que é doença séria e requer ajuda profissional. 
Então fenece a cada dia quem não se deixa ajudar.
Morre lentamente quem passa os dias queixando-se da má sorte 
ou da chuva incessante, desistindo de um projeto antes de iniciá-lo,
não perguntando sobre um assunto que desconhece 
e não respondendo quando lhe indagam o que sabe.
 

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.
abbandonando un progetto prima di iniziarlo,
non facendo domande sugli argomenti che non conosce,
e non rispondendo quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Já que não podemos evitar um final repentino, 
que ao menos evitemos a morte em suaves prestações, 
lembrando sempre que estar vivo 
exige um esforço bem maior do que simplesmente respirar.
 
Poiché non possiamo evitare una fine improvvisa,
evitiamo la morte a piccole dosi
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.

Ferdinando G. Rotolo (Agosto 2011)