venerdì 2 marzo 2012

Come è profondo il mare...

Nel momento in cui tutti rendiamo omaggio alla figura di un poeta che ci lascia (e tale era Lucio Dalla), mi piace qui ricordare il testo di una canzone incisa nel lontano 1977, che, riletto ora a distanza di anni, non manca di stupirci per la sua complessità; dietro la metafora scelta dal musicista non è difficile ritrovare la rappresentazione allegorica dei laceranti conflitti che hanno segnato il '900, con l'eterno contrasto tra chi possiede troppo e chi possiede troppo poco, il peso di un Potere asfissiante, il desiderio, innato in ogni uomo, di vivere in libertà. Tuttavia, il testo rivela una sua sorprendente attualità nella parte conclusiva, dove si afferma che il Potere è disposto a tutto, pur di reprimere il 'pensiero divergente', anche a costo di 'umiliare il mare', cioé di togliere all'uomo il contesto sociale in cui egli può esprimere pienamente e  la sua personalità come cittadino libero: la democrazia. Questo prezioso bene, inventato dai nostri fratelli greci migliaia di anni or sono, lo si può attaccare in molti modi: con i carri armati, con le leggi liberticide, con la censura; tuttavia bisogna ricordare che esso può essere aggredito anche con la subdola propaganda mediatica di chi, mettendo in risalto con forza  le colpe dei partiti (che pure esistono, eccome!) al fine di gettare il totale discredito su di loro, vorrebbe farci credere che la democrazia sarebbe, tutto sommato, migliore senza di essi. Eppure, temo che una democrazia senza partiti (una democrazia 'tecnica'?) non sarebbe più una democrazia, ma assomiglierebbe a qualcosa di molto diverso: una società chiusa e ipercontrollata, in cui pochi potenti oligarchi dominerebbero un'immensa massa di servi ridotti al sonno, i quali, a differenza dei servi del mondo antico, non saprebbero nemmeno di esserlo! Meditate, gente, meditate!

Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Degli inotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Babbo, che eri un gran cacciatore

Di quaglie e di faggiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

E' inutile

Non c'è più lavoro
Non c'è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male
Di farci annegare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Con la forza di un ricatto

L'uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti
Spalancò prigioni
Bloccò sei treni
Con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
Ad un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere
A piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com'è profondo il mare

Poi da solo l'urlo

Diventò un tamburo
E il povero come un lampo
Nel cielo sicuro
Cominciò una guerra
Per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore
Doveva coltivare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Ma la terra

Gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato
In un palazzo,in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene
Bastonate
E chirurgia sperimentale
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Intanto un mistico

Forse un'aviatore
Inventò la commozione
E rimise d'accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Frattanto i pesci

Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare

E' chiaro

Che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa
E' muto come un pesce
Anzi un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perchè lo protegge il mare
Com'è profondo il mare

Certo

Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l'oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare



Ferdinando G. Rotolo (marzo 2012)