Talora accade nel mondo
dell’editoria che un romanzo, magari scritto da un autore fino a quel momento
perfettamente sconosciuto, diventi improvvisamente un best seller. Questo è ciò
che è accaduto al romanzo 50 sfumature di grigio, della scrittrice britannica E. L. James, primo capitolo di una specie
di trilogia erotica che comprende altre sfumature di altri colori… Un momento,
direte voi: la stessa cosa accadde anche alla mitica J. K. Rowling, la quale,
prima di scrivere il primo capitolo della saga potteriana, era anch’ella
sconosciutissima ai più! Vero, però il caso è un po’ diverso, come vedremo.
Dunque, i protagonisti di questo
romanzo sono due personaggi che più stravaganti non potrebbero essere: lei,
Anastasia, giovane e ingenua ragazza, che sogna di lavorare nell’editoria,
assolutamente ignara delle cose del sesso; lui, Mr. Gray, ricchissimo,
bellissimo, potentissimo e misteriosissimo. Lei, che non ha mai avuto una
relazione, nemmeno semiseria, con un ragazzo, si innamora follemente di questo
tizio appena conosciuto per caso, fino al punto di accettare dei rapporti
‘particolari’ imposti da lui con tanto di contratto, assumendo il ruolo
sessuale della 'sottomessa' o della schiava, mentre lui recita quello del
‘padrone’; lui, che, nella posizione sociale in cui si trova, potrebbe avere
decine di donne a sua disposizione h24, perde la testa per questa svampita di
Anastasia e vuole a tutti i costi farla ‘sua’. Beh, certamente due personaggi
credibilissimi sul piano narrativo…
Naturalmente, nel romanzo abbondano
le scene di sesso esplicito, legate al rapporto sado-masochistico che lega la
ragazza all’uomo ed è probabile che il successo del libro sia anche dovuto alla
sua innegabile capacità di ‘solleticare’ gli appetiti pruriginosi di un certo
tipo di lettori, ma, come spesso accade nella narrativa, le scene di questo
tipo, se iterate eccessivamente, finiscono per annoiare per la loro vuota
ripetitività. Il resto appare come un tentativo di scrivere una storia
‘romantica’ in chiave diversa dal solito, ma con uno stile che appare, alla
fine, piatto. E qui si misura la distanza dalla J. K. di cui sopra. La Rowling
ha creato un mondo narrativo che può piacere o non piacere, però è una che sa
scrivere sul serio e che ha saputo creare personaggi, tutto sommato, coerenti
col suo mondo narrativo inventato, personaggi che si sono evoluti nel corso della
saga, come si è evoluto il suo pubblico di lettori.
Invece la James crea due
personaggi che non sfuggono dalla scatola di 'tipi' in cui sono ingabbiati (il
padrone esperto e la schiava ingenua) e peraltro non sono nemmeno particolarmente
coerenti, considerando che, tra un impetuoso orgasmo e l’altro, lei, una
tontarella in stile twilight, sogna di
lavorare nel mondo dei libri e lui, mentre vola sul suo jet privato, da
miliardario filantropo alla Gates, si preoccupa del grave problema della fame
nel mondo! Sarebbe stato meglio fare di lei una subdola arrampicatrice sociale
e di lui un cinico sciupafemmine, almeno sarebbero stati due personaggi meno
ipocriti.
Comunque, grazie anche alla martellante
propaganda del marketing, il libro ha riscosso grande successo con milioni di
copie vendute e grande soddisfazione per il conto bancario della James, che
certamente sarà rimpinguato anche dall’immancabile sequel cinematografico.
Forse, in un mondo in cui esprimere sentimenti autentici sembra essere
un’impresa titanica, qualche lettrice, a caccia di emozioni forti come antidoto alla monotonia, avrà gradito
un testo che propone uno schema di coppia ‘fuori dal comune’, mentre qualche
lettore, per compensare le proprie frustrazioni quotidiane, si sarà volentieri
immedesimato nel ruolo dell’onnipotente ed enigmatico Mr. Gray.
Tuttavia, la letteratura inglese
ci ha dato ben altri esempi di romanzi in cui la passione travolgente e l’eros
diventano potente strumento conoscitivo di autoconsapevolezza dei personaggi
nel rapporto con sé stessi e con gli altri, da Cime tempestose a L’amante di lady Chatterley, ma si tratta di opere che appartengono ad un’altra
galassia letteraria!
Per noi italiani, dinanzi a certi
improvvisi successi editoriali, rimane una certa dose di tristezza nel pensare
che, ad esempio, Tomasi di Lampedusa morì con il dispiacere di non aver trovato
uno straccio di editore che pubblicasse il suo Gattopardo.
Ferdinando Giuseppe Rotolo (novembre 2012)