venerdì 28 marzo 2014

Onestà e politica...

Il titolo di questo post sembra oggi quasi un ossimoro: come si fa a mettere insieme onestà e politica? Come si fa a spiegare ai giovani, senza che essi inizino a ridere di gusto, che la politica può anche essere onesta? Come si fa a infondere nei giovani la fiducia nella possibilità che, attraverso l'impegno politico, si possa lottare per migliorare realmente le cose? 
Forse il vero problema è la motivazione che si cela dietro l'impegno politico. Fino agli anni '80 esistevano ancora le ideologie, che avevano la pretesa di spiegare tutti gli aspetti della realtà, anche quella personale dell'individuo; poi, finita la contrapposizione est-ovest, abbiamo felicemente abbandonato la dittatura delle ideologie, ma  poi, in tutti questi anni, l'abbiamo sostituita con il nulla assoluto! Così,  scomparso ormai il concetto di 'bene comune', la politica, completamente svuotata di ideali e di principi, è divenuta niente più che un mestiere, un modo come un altro per far carriera e arricchirsi ad ogni costo, con le conseguenze nefaste che vediamo con i nostri occhi ogni giorno: corruttori e corrotti che proliferano a tutti i livelli della politica, politici incapaci di qualunque seria scelta di politica economica e sociale,  ripetute zuffe furibonde in parlamento su problemi insignificanti, protagonisti improvvisati prestati alla politica direttamente dal mondo dei reality show della TV, candidati che transitano con estrema disinvoltura da un partito all'altro ad ogni elezione, e così via.
Naturalmente, tutto ciò non può che ingenerare sfiducia nei cittadini, come dimostrano le percentuali di affluenza alle urne degli elettori, sempre più basse e sempre più indicative di una nausea diffusa in tutte le classi sociali nei confronti dell'indecente spettacolo offerto dalla politica attuale, lontana anni luce dai problemi veri della gente comune.
Il quadro offerto dalla politica oggi è davvero desolante e alla luce di esso suonano ancor più gravemente ammonitrici le parole di un latino che di politica se ne intendeva bene, Cicerone:

Coloro che sono destinati a tenere le redini dello Stato, tengano bene a mente due precetti di Platone: per prima cosa, curino gli interessi dei cittadini in modo da indirizzare tutte le proprie azioni a loro, dimentichi dell'interesse personale; per seconda cosa, si prendano cura dell'intero organismo statale, in modo da non trascurare le altre parti, mentre ne tutelano qualcuna.
Come infatti la tutela, così la gestione dell Stato deve essere diretta all'utilità delle persone che sono state affidate, non di quelle a cui fu affidata.

Credo si tratti di parole così solenni e ricche di valore etico, che, nel deserto morale di oggi, non necessitano di alcun commento.

Ferdinando G. Rotolo (Marzo 2014)