lunedì 8 settembre 2014

Perché si scrive?


Perché si scrive? Perché tante persone hanno voglia di mettere per iscritto su carta, su un libro, sul PC, su un blog, su un ebook, pensieri, emozioni, riflessioni di piccola o grande rilevanza?
Ci si cimenta nel misterioso 'gioco' della scrittura  creativa  per svariati motivi.
Si scrive, per ‘pensare a voce alta’, unendo il duplice piacere di parlare a sé stessi e agli altri;
si scrive, per provare l’emozione di partire per un viaggio, lungo o breve, pur restando sempre fermi nello stesso posto;
si scrive, per provare il piacere di maneggiare la lingua nelle sue varie sfumature, sempre meno apprezzate dal linguaggio massificato, appiattito e scialbo, dei media;
si scrive, per tentare di alleggerire con le parole la pesantezza opprimente del vivere quotidiano, spesso troppo grigio e avaro di gratificazioni;
si scrive, per dare alla luce una creatura che, una volta nata, non appartiene più soltanto al suo autore, ma anche e soprattutto ai lettori;
si scrive, per non rinunciare mai alla ricerca, forse vana, ma pur sempre affascinante, di un Ordine superiore che si celi dietro l’apparente caos della vita;
si scrive, per sognare di costruire, almeno con le parole, nei sentieri della fantasia, un mondo diverso, in cui il denaro non sia l’esclusivo e definitivo parametro su cui misurare il valore della persona.
Scrivono tutti, professionisti acclamati e dilettanti sconosciuti (‘coloro che provano diletto’), ed è giusto che sia così: la lingua, la cultura, il sapere, non dovrebbero essere patrimonio esclusivo di una ristretta cerchia di ‘eletti’.
Così, quando il tempo lo consente, anche a me capita di sperimentare il 'gioco' della scrittura e la cosa mi reca, appunto, piacevole 'diletto', quello stesso che spero di recare anche ai miei lettori.
A presto.

Ferdinando G. Rotolo (settembre 2014)