Perché si scrive? Perché tante
persone hanno voglia di mettere per iscritto su carta, su un libro, sul PC, su
un blog, su un ebook, pensieri, emozioni, riflessioni di piccola o grande
rilevanza?
Ci si cimenta nel misterioso 'gioco' della scrittura creativa per svariati motivi.
Si scrive, per ‘pensare a voce
alta’, unendo il duplice piacere di parlare a sé stessi e agli altri;
si scrive, per provare l’emozione
di partire per un viaggio, lungo o breve, pur restando sempre fermi nello
stesso posto;
si scrive, per provare il piacere
di maneggiare la lingua nelle sue varie sfumature, sempre meno apprezzate dal
linguaggio massificato, appiattito e scialbo, dei media;
si scrive, per tentare di
alleggerire con le parole la pesantezza opprimente del vivere quotidiano,
spesso troppo grigio e avaro di gratificazioni;
si scrive, per dare alla luce una
creatura che, una volta nata, non appartiene più soltanto al suo autore, ma
anche e soprattutto ai lettori;
si scrive, per non rinunciare mai
alla ricerca, forse vana, ma pur sempre affascinante, di un Ordine superiore che
si celi dietro l’apparente caos della vita;
si scrive, per sognare di
costruire, almeno con le parole, nei sentieri della fantasia, un mondo diverso,
in cui il denaro non sia l’esclusivo e definitivo parametro su cui misurare il
valore della persona.
Scrivono tutti, professionisti acclamati e
dilettanti sconosciuti (‘coloro che provano diletto’), ed è giusto che sia così: la lingua,
la cultura, il sapere, non dovrebbero essere patrimonio esclusivo di una
ristretta cerchia di ‘eletti’.
Così, quando il tempo lo
consente, anche a me capita di sperimentare il 'gioco' della scrittura e la cosa mi reca, appunto, piacevole 'diletto', quello
stesso che spero di recare anche ai miei lettori.
A presto.
Ferdinando G. Rotolo (settembre 2014)