sabato 23 aprile 2011

Vuoto d'aria




La voce dell’hostess che annunciava l’ultima chiamata per il volo per Londra riecheggiava ancora nelle orecchie di Max, quando egli si stava appena svegliando, dopo un breve sonnellino sul sedile della saletta piloti dell’aeroporto. Quasi inconsapevolmente, egli si era addormentato con la testa pesantemente riversa in avanti, mentre era in attesa del volo che avrebbe dovuto riportarlo a Milano, dopo aver concluso il suo turno di lavoro.
Da quando aveva cambiato le rotte di navigazione, i ritmi di lavoro si erano fatti più serrati e, forse, stavolta aveva preteso un po’ troppo dal suo fisico, che, evidentemente, reclamava riposo.
Ridestatosi, cercò con gli occhi di mettere a fuoco il display del tabellone delle partenze e osservò che l’aereo per Milano sarebbe partito con circa 15 minuti di ritardo sull’ora prevista: “Manca ancora una mezz’oretta… ho il tempo di navigare su internet un po’ e controllare la posta” – pensò tra sé. Così si recò nella saletta wi-fi dell’aeroporto e con il suo tablet iniziò a controllare le varie e-mail ricevute.
A dire la verità, solo una lo interessava davvero e fu la prima che cercò in mezzo alle altre:

from Eva
to Max
Darling, I often remember our moments together and I miss you. Why don’t you come to London this week? We’d take a walk in the Regents park… I’m waiting for you! Kisses!

Leggere la mail gli donò un repentino lampo di serenità, capace di squarciare per un attimo le nubi che iniziavano a far capolino sull’orizzonte della sua mente. In mezzo a tanti impicci di lavoro, tra turni pesanti, fusi orari scombinati e attese snervanti, Eva era ancora lì, pronta ad accoglierlo a braccia aperte, nonostante i contatti tra loro fossero divenuti sempre più difficili a causa del lavoro.
Si erano conosciuti due anni prima in un villaggio turistico in Irlanda e subito era scoccata la scintilla magica tra lui, pilota di linea veneziano provetto, e lei, brillante agente di viaggio londinese. Così, quell’estate irlandese era divenuta straordinaria per lui e da allora avevano iniziato a frequentarsi, pur tra mille difficoltà.
Quando gli intervalli tra un incontro e l’altro si facevano un po’ lunghi, ogni volta che ne aveva tempo, Massimiliano (ma i colleghi lo chiamavano tutti Max) le mandava qualche e-mail per farle sentire la sua vicinanza ed attendeva con ansia la risposta: “Chi ha inventato la e-mail? Gli darei un premio!” – pensava spesso.
Come trafitto da un’iniezione d’eccitazione, velocemente rispose alla mail di Eva, scrivendo che, forse, non proprio quella settimana, ma, almeno, la seguente egli sarebbe andato a Londra e allora si sarebbero rivisti.
Ma, intanto, i giorni passavano. Max volava da un capo all’altro del mondo, da un aeroporto all’altro, in un carosello che mesceva allegramente i fusi orari più diversi di questo strano e rumoroso sferoide che chiamano terra. A volte, egli percepiva il peso della stanchezza, delle ore di volo che si sommavano impietose le une alle altre, dei pasti irregolari, degli orari forzati, e talvolta avvertiva dentro di sé il desiderio di smettere. Certo, quel lavoro gli offriva uno stipendio non disprezzabile, ma lo costringeva ad una vita perennemente in aria, senza un approdo fisso, un punto di riferimento certo. Egli volava in cielo come gli uccelli, con la differenza che questi, però, avevano un loro nido in cui rifugiarsi, prima o poi.
Passarono altre settimane. Max non era andato a Londra. Gli impegni di lavoro lo avevano costretto ad una serie di viaggi andata-ritorno sulla rotta per l’Oriente. Dentro di sé avvertiva la stanchezza fisica di quei percorsi volanti compiuti magnis itineribus, ma, soprattutto, sentiva il peso soffocante della nuova delusione procurata ad Eva, che lo aveva atteso inutilmente a Londra. “Chissà cosa farà Eva ora? Sarà adirata? Sarà delusa?” – pensava e ripensava tra sé, mentre nell’aeroporto di chissà quale città dell’Oriente cercava affannosamente una saletta connessa ad internet, per controllare ancora la posta. Dopo aver aperto il suo account, Max mosse nervosamente il dito sullo schermo del tablet, per aprire la casella di posta in entrata: egli con gli occhi guardò, osservò, scrutò; alla fine trovò.

From Eva
To Max
Why did you leave me alone again? Yesterday I didn’t feel fine, ‘cause my heart needed you, my body needed you… I hope you come to me next month… or am I ingenous?
Goodbye

Eva lo aveva posto dinanzi ad una domanda brutale, ma egli non trovava più le parole per replicare. Evidentemente la donna aveva passato momenti difficili in solitudine e ne attribuiva la colpa a lui. Ma come darle torto? Dopo mesi di attesa, ancora una volta, Max aveva mancato l’appuntamento, lasciando cadere nel vuoto una nuova possibilità d’incontrarsi, di rinvigorire, grazie al contatto fisico ravvicinato, una relazione che stava divenendo sempre più eterea.
Eppure… eppure tra le righe Eva lasciava ancora una porta aperta. “Il mese prossimo… ma certo… il mese prossimo… devo assolutamente fare in modo di essere da lei!” – pensava tra sé, sforzandosi di promettere a sé stesso che, stavolta, non avrebbe deluso la sua Eva. Senza neanche essere troppo sicuro di ciò che scriveva, Max compose alcune parole sulla tastiera virtuale del suo tablet, promettendo ancora a lei che si sarebbero rivisti il mese successivo.
Intanto, le settimane continuavano a trascorrere implacabili. Max continuava a viaggiare in giro per il mondo, ma il peso della fatica si faceva sempre più opprimente; una volta, durante un volo, aveva pregato il copilota di prendere il suo posto, perché aveva sentito il bisogno di rilassarsi; seduto su una poltroncina, aveva ceduto alle lusinghe di Morfeo e gli era parso di sognare un labirinto di stanze in cui echeggiava una voce di donna che lo invocava; convinto che si trattasse di Eva, Max percorreva una scala per salire al piano superiore, inseguendo la stessa voce; e così ancora una volta, su per un altro piano; e così un’altra volta, su per un ulteriore piano; e così via ancora, su per chissà quanti piani ancora, sempre a caccia di quella voce misteriosa che lo seduceva con la sua melodia, finché, stremato, non stramazzava sul pavimento.
Si risvegliò improvvisamente, con la fronte grondante di sudore ed il respiro affannoso. Si guardò intorno smarrito, ma non c’era nessuno vicino a lui e la cosa lo sollevò un poco: almeno nessuno si era accorto del suo stato di ansia. Quel sogno, però, lo aveva turbato, per cui, nei giorni successivi, si adoperò, senza peraltro riuscirci del tutto, per rimuoverlo dalla memoria.
Nel frattempo, le miglia si sommavano alle miglia, le ore alle ore, i giorni ai giorni, le settimane alle settimane, i mesi ai mesi e Max era ancora sempre in viaggio, come se il suo lavoro fosse divenuto un’invisibile prigione senza porte d’uscita, con le nuvole alte che facevano compagnia al suo perpetuo e spossante peregrinare nei cieli senza posa. Finalmente, arrivò il momento agognato del riposo. Dopo qualche giorno, sarebbe iniziato per lui un periodo di ferie di una settimana; certo, non si trattava di un periodo molto lungo, ma sufficiente per andare a Londra a rivedere nuovamente la sua Eva.
Così, mentre si trovava nella saletta di un aeroporto del sol levante, si collegò con il suo tablet per controllare la posta, compiaciuto con sé stesso di poter finalmente annunciare alla sua Eva che tra pochi giorni sarebbe andato da lei. Max aprì la sua casella di posta e diede uno sguardo, ma non trovò nulla; guardò con maggiore attenzione, ma non trovò alcun messaggio di Eva; in preda ad un’inquietudine crescente, arrivò persino a chiudere la casella e a riaprirla nuovamente, ma senza risultato: nessun messaggio da Eva.
Max compose nervosamente un nuovo messaggio, per dire ad Eva che le ferie erano ormai vicine e di lì a poco sarebbe volato a Londra da lei. Avrebbe voluto aggiungere altre parole, ma non ne ebbe il tempo.
Durante il viaggio di ritorno, compiuto da passeggero, la sua mente era annebbiata da mesti pensieri: “Perché Eva non si è fatta viva? Forse si è stancata di aspettare? Ma ora le ho detto che verrò… ora mi risponderà, dovrà rispondermi”.
Approfittando di un cambio di aereo in Qatar, Max riprovò a collegarsi con la sua casella di posta, per vedere se Eva avesse mandato qualche risposta, ma con grande sorpresa dovette osservare che da lei non era giunto alcun messaggio.
Così passarono altri giorni ed altre settimane. Max continuò disperatamente ad inviare messaggi ad Eva, ma senza risposta; provò anche a telefonarle, ma il suo smartphone era sempre maledettamente irraggiungibile; infine, dopo una ricerca stressante, riuscì a trovare il recapito della padrona di casa dell’appartamento di Eva e le chiese notizie:

Miss Eva Leston? She isn’t here now. She went to Portugal last week and I don’t know when she will return.

Max chiuse la comunicazione senza neanche rispondere. Eva non c’era più. Ora egli sentiva che lei non c’era davvero più per lui; stanca di un’attesa senza scopo, non era soltanto andata in Portogallo per lavoro, ma era fuggita via, per sempre. E la colpa di tutto ciò era solo di Max e di nessun altro.
Le ferie fuggirono via rapidamente. Max riprese di nuovo a volare, con un umore sempre più cupo. Ricominciava la giostra dei turni, dei cambi di volo, delle veloci pause-pranzo, ma tutte queste cose, gli apparivano senza senso, ora che ad attenderlo non c’era più Eva. Anche il suo tablet, fedele ed inconsapevole compagno di disavventure, gli sembrava quasi un giocattolo inutile. Soprattutto, il lavoro, il suo lavoro, che pure, da giovane, aveva sognato tanto e che aveva conquistato a prezzo d’interminabili studi notturni e di sacrifici, faceva sentire sempre più il suo peso sul suo fisico, ormai debilitato.
Di tanto in tanto, Max pensava a cosa avrebbe fatto, una volta andato in pensione. Un tempo, avrebbe vagheggiato viaggi con Eva in paesi esotici o in città d’arte, confusi in mezzo al vociare disordinato di turisti di ogni nazionalità; ma, ora, anche l’avvenire gli pareva incerto e caliginoso, come una pianura lontana ricoperta da una nebbia che non lascia intravedere cosa si trova oltre la linea dell’orizzonte.
Durante un volo per Shangai, oppresso nel corpo e nello spirito da una pesantezza più forte del solito, dopo aver chiesto al copilota di sostituirlo per alcuni minuti, Max si alzò dal suo posto di guida e fece alcuni stentati passi verso la sala passeggeri. Egli vide allora una poltroncina vuota e si lasciò cadere su di essa con tutto il fardello delle miglia che sentiva sulle spalle. Così, mentre stava seduto, sospeso in uno stato a metà tra la coscienza e l’incoscienza, ebbe l’impressione di sentire ancora quella voce femminile che aveva udito nel sogno, quella voce insinuante che lo blandiva nuovamente, invocandolo: chi era? Forse era Eva? Forse ella veniva a rivederlo di nuovo? Forse la bella donna, pentitasi di essersi allontanata, ritornava di nuovo da lui? Comunque stessero le cose, Max provò un inatteso senso di consolazione nel risentire quella voce e si addormentò profondamente.
Dopo qualche tempo, fu un’hostess di volo, chiamata a gran voce dal copilota, insospettitosi per il prolungarsi della sua assenza, a tentare insistentemente di risvegliare Max dal suo sonno, ma senza successo.
Come un passero con le ali rattrappite dai gelidi venti d’inverno, egli aveva capito di non essere più in grado di volare e si era finalmente posato su un nido.
Per sempre.


Ferdinando G. Rotolo (aprile 2011)



12 commenti:

  1. Ho scelto di leggere il tuo racconto nel giorno di Pasqua, come segno di "rinascita" e dono.
    Dentro rivedo le passino dello scrittore: la tecnologia che mette in comunicazione persone e non solo macchine, il desiderio di libertà e la scoperta recente dell'inglese....comunque lo inserirei nella raccolta "Gli amori difficili" di Italo Calvino! Complimenti

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  2. Bel racconto, anche se un poco pessimistico. Forse il rapporto tra uomo e donna oggi mi sembra più difficile di ieri.
    Claudio

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  3. Denso di significati.
    Fin da subito mi ha colpito il titolo del tuo racconto.
    Interessanti i simboli: il volo aereo, mezzo col quale è possibile arrivare ovunque, e l'email, strumento con cui si raggiunge immediatamente il destinatario, paradossalmente, ci tengono distanti dai sentimenti e dal cuore degli altri.
    Il tempo che ciascuno di noi ritaglia per gli altri ( presi come siamo dal lavoro e dai nuovi strumenti di comunicazione) rischia di allontanarci per sempre dal cuore di chi ci ama... e di arrivare tristemente in ritardo.
    Grazie del dono
    Alessandra

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  4. Caro prof, ho appena terminato di leggere il suo racconto e ne sono rimasta davvero colpita!
    Analizzandolo attentamente si può notare l'eccellente utilizzo della similitudine(come una pianura lontana ricoperta da una nebbia che non lascia intravedere cosa si trova oltre la linea dell’orizzonte; Come un passero con le ali rattrappite dai gelidi venti d’inverno), e soprattutto la capacità di trasmettere significati profondi che si celano dietro i personaggi e gli strumenti che li circondano, quasi come se fossero enigmi che il lettore comprende interamente solo alla fine del racconto, e che suscitano, di conseguenza, un maggiore apprezzamento del testo.
    Max è un uomo stanco e tormentato dalla sua devastante routine che gli impedisce di passare del tempo con Eva, la donna da lui amata, e che sarà causa della sua autodistruzione. Dietro la figura Max si cela l'uomo odierno che tramite le nuove tecnologie è riuscito ad accorciare i tempi e, paradossalmente, ad aumentare il carico di lavoro, trascurando i propri cari e le proprie passioni, che sono invece parte integrante dalla nostra essenza. Il computer ha per lui una valenza che va oltre la materialità, è il suo compagno di avventura, ma soprattutto è il mezzo che gli permette di comunicare con l'amore della sua vita, infondendogli un senso di serenità durante i momenti di solitudine.
    A mio parere dovremmo imparare a gestire il nostro tempo dedicandoci al dovere, ma anche al piacere, poichè la vita che abbiamo a disposizione è unica, e dobbiamo condurla al meglio, cogliendo tutte le occasioni che si presentano perchè poi sarà troppo tardi, vivendola giorno per giorno senza pensare al futuro, ma soprattutto accogliendo dentro di noi l'Amore, l'unico sentimento che rende l'uomo degno di esistere.
    Prof, è stato veramente un piacere leggerlo..
    Complimenti!
    Nicoletta

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  5. Salve Prof! Devo farle i miei complimenti, sono davvero colpita dalla semplicità e al contempo stesso della profondità di questo racconto. Solo dopo averlo letto per ben due volte mi sono resa conto che avevate ragione quando dicevate che conteneva due livelli... Credo di aver colto il distacco. Comunque per quanto riguarda la trama bisogna dire che è un po' troppo pessimistica. Sarà che forse sono il genere di persona che si attacca un po' troppo al "per sempre felici e contenti", ma anche se la vita è dura e piena di insidie, ciò non vuol dire che anche la fantasia deve essere segnata da ciò. Comunque, non voglio divagare! Eccellente anche l'esempio della tecnologia come mezzo di comunicazione, perchè in fin dei conti è questo che è diventata oggigiorno grazie all'avvento dei social network e delle varie caselle di posta elettronica.
    Complimenti ancora...
    Chissà, magari il prossimo potrebbe essere un racconto breve con un lieto fine?! :D
    Viviana

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  6. Un racconto incoraggiante per chi sogna di diventare pilota... ahah... scherzo! Ho letto questo racconto con piacere, è stata una lettura per nulla pesante. La parte che mi è piaciuta di più è stata il finale sebbene sia così pessimistico. Il suo racconto mi ha fatto riflettere sulla necessità di una stabilità nella vita di un uomo e sul fatto che, per quanto sia meraviglioso viaggiare, una persona ha bisogno di una casa e di affetti fissi. Spesso nella vita rincorriamo la felicità credendo di trovarla nelle soddisfazioni professionali, ma non c'è nulla di più appagante che fare ritorno ad una famiglia che ci ama. Grazie per avermelo ricordato.
    Alessia S.

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  7. Salve proff :) ,
    complimenti è davvero un bel racconto, anche se molto pessimista. Mi ha colpito molto la frase 'ebbe l’impressione di sentire ancora quella voce femminile che aveva udito nel sogno, [...] Max provò un inatteso senso di consolazione nel risentire quella voce e si addormentò profondamente.' quasi come se la storia d'amore tra Max ed Eva non fosse mai finita.A mio avviso l'amore verso una persona è eterno nel ricordo, ed è l'unica cosa che ci permette di vivere, che ci da forza per superare ogni difficoltà.Forse anche per il protagonista di questo racconto è così. Forse anche lui ha trovato nell'amore verso Eva il pretesto che gli ha permesso di andare avanti e di continuare con il suo lavoro, con la sua vita, sperando che un giorno avrebbe potuto rivederla. Ma credo anche che una vita vissuta ad aspettare qualcuno, che come nel caso di Max non arriverà mai è come aspettare la pioggia durante la siccità,inutile e deludente.Eccellente anche la anche l'utilizzo della similitudine nell'ultima frase'Come un passero con le ali rattrappite dai gelidi venti d’inverno, egli aveva capito di non essere più in grado di volare e si era finalmente posato su un nido.
    Per sempre.' davvero d'effetto, mi ha molto colpita. L'esempio della tecnologia come mezzo di comunicazione è anche questo molto attinente con la realtà odierna. In fine vorrei soffermarmi sul lavoro di Max, perchè proprio il pilota di linea? Forse Max aveva bisogno di ampliare i suoi orizonti e di sentirsi libero? volare,rappresenta questo.. Libertà.
    Ma considerando il contesto il lavoro del protagonista è visto come 'un limite'. Allora mi chiedo, forse la verà libertà consiste nel sapere come dice Nicoletta ' nell'imparare a gestire il nostro tempo dedicandoci al dovere, ma anche al piacere' una vita dedicata solo alla carriera non potrà mai rendere un uomo davvero felice, sono i sentimenti a renderlo tale.

    Alessia.I

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  8. Coinvolgente,intenso,attuale.
    Queste sono i primi tre aggettivi che sono affiorati nella mia mente ancor prima di giungere alla fine del racconto.
    Coinvolgente perchè ,leggendo, la mia ansia e la mia curiosità di venire a conoscere delle sorti di questa donna ,innamorata ma paziente al punto giusto,crescevano a dismisura..per poi sgonfiarsi una volta arrivata al "per sempre". Dico questo non perchè io consideri il finale troppo pessimistico o atipico(anzi proprio questa atipicità lo rende ancora più interessante) ma perchè in questo caso la morte di Max sembra sinonimo di rassegnazione. Io sostengo che proprio la rassegnazione sia uno dei grandi mali della nostra società moderna.Si è spenta quella voglia di lottare, di inseguire i propri sogni fino all'estremo. Max ha dato prova inizialmente del suo desiderio di rivedere la donna amata, ma nel momento in cui la presenza di Eva ha cessato di esserci egli ha preferito addormentarsi di un sonno eterno.So di sembrare troppo "filosofica e astratta" al momento ;difatti chiunque potrebbe rispondermi dicendo: "hai forse dimenticato lo sforzo fisico che aveva reso il suo corpo debole e stremato?".No, risponderei, non ho tralasciato questo dato fondamentale ,ma Prof. la mia sensazione è stata questa ..quindi perchè non essere chiari?! :)
    Intenso perchè ,nonostante lo stile sia chiaro e semplice lontano (e per fortuna aggiungo!) dai "ghirigori Delcornesi" ,già le sole e-mail esprimono stati d'animo profondi. Quanti gli innamorati che portano avanti (o cercano di farlo) una relazione a distanza e quanti di questi sicuramente esclamano “Chi ha inventato la e-mail? Gli darei un premio!”..
    Ed infine attuale perchè le tematiche che ritroviamo all'interno del brano appartengono proprio ai nostri tempi : amori lontani a causa del lavoro stressante e per il quale spesso si perde ciò che poi capiamo essere la cosa più importante per noi, la tecnologia che ci permette di restare in contatto con il mondo intero ma che ci ha portato ad essere più "virtuali" che "reali",il viaggio che resta sempre importante ed educativo ma che nel caso di hostess e stuarts, piloti e quant'altro non permette o comunque rende difficoltoso il crearsi una famiglia!
    Prof,complimenti davvero!! Ha tutte le doti per essere considerato uno scrittore, in particolare classe e cultura!Continui a scrivere.. e perchè no sarebbe bello passare dal racconto breve ad un bel romanzo :)
    Veronica C.

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  9. Salve prof. Premetto che sono rimasto davvero molto colpito dalla lettura del suo racconto breve, e non posso evitare di farle i miei più vivi complimenti per averci regalato qualche minuto di riflessione attraverso uno splendido esempio di "creatività". Il racconto mi ha affascinato parecchio, oltre che per il pregevole uso della lingua italiana (cosa abbastanza rara al giorno d'oggi), anche e soprattutto per l'intensità di alcuni messaggi che lei ha saputo ben orchestrare in un breve testo. Il racconto,secondo la mia opinione personale, dovrebbe essere definito "realistico" piuttosto che "pessimistico". Al suo interno non ho potuto fare a meno di cogliere parecchi spunti che rimandano chiaramente alla nostra età: l'era dei computer, di internet, della globalizzazione. Se da un lato può risulare agevole e utile comunicare in maniera istantanea con gente che abita in capo al mondo, dall'altro, mai quanto oggi siamo distanti gli uni dagli altri. Per rendere meglio l'idea, mi sono permesso di appuntare una frase che ho trovato particolarmente significativa (fra tante) e allo stesso tempo ironica: "le mandava qualche e-mail per farle sentire la sua vicinanza". Io penso che oggi tutti noi siamo attanagliati da un rapporto quasi "morboso" con gli ultimi frutti della tecnologia,e spesso confondiamo il gesto di inviare una semplice e-mail con un qualcosa che col tempo sta andando sempre più scemando: il contatto fisico. Il brano racconta la storia di due fidanzati il cui rapporto diventa sempre più insostenibile e "sterile" a causa di una vita completamente incentrata sul lavoro e caratterizzata da una quasi totale assenza di rapporto tra partner. Nel "non risveglio" finale del protagonista ho colto una metafora di un qualcosa di molto più grande e (mi perdoni il termine) "apocalittico", in quanto, secondo me, è la metafora dell'uomo moderno che "muore" e resta intrappolato in un sistema da lui stesso creato. Il sonno eterno di Max è il tragico risultato di una vita in cui il rapporto nei confronti dei propri impegni lavorativi è diventato una "gabbia" che gli impedisce di realizzare quelle che sono le cose davvero importanti per un uomo: la famiglia, gli amici e in primis l'amore. I significati attribuibili a questo splendido testo sono davvero, davvero molti e credo che, al suo interno, nulla sia lasciato al caso. Pertanto, le mie precedenti riflessioni sul testo sono solo alcune degli spunti che ho colto ad una prima lettura e sarei felice di discuterne con lei di persona. Caro prof, le rinnovo i miei complimenti e spero che lei ci possa ancora regalare tante altre letture interessanti come questa. Un caloroso abbraccio. Vincenzo Gramuglia.

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  10. Caro Prof,
    mi sento in dovere di farle i miei più sentiti e sinceri complimenti,non solo per l'ottima fluenza e la continua voglia di sapere come va finire del racconto,ma soprattutto per la maestria con cui ha saputo comunicare un significato così forte quanto attuale.
    A dire il vero è solo da un annetto che mi dedico al piacere della lettura,ma ciò non mi ha assolutamente impedito di apprezzare un "davvero ben scritto" racconto breve,non assolutamente inferiore(anzi tutt'altro) ad un autore affermato come Camilleri,che in questo periodo anche sotto suo suggerimento sto avendo il piacere leggere.
    ancora complimenti,
    A.R.

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  11. Ciao Ferdinando,
    ho appena letto il tuo racconto, una bella storia, triste ma piena di sentimento, di un sentimento puro e sincero, di due anime che si rincorrono che si cercano ma che non riescono a trovarsi... e' uno spaccato di vita che ci appartiene...a volte la realta', il lavoro, gli impegni ci risucchiano e ci portano lontano da quelle emozioni e sensazioni che pur ci riempiono la vita ma che sfuggono per non tornare indietro lasciandoti con un forte senso di vuoto...
    Katya

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  12. A tutti color che hanno letto il racconto e che hanno lasciato un commento, vorrei dire GRAZIE dal profondo del cuore! Scrivere qualcosa che poi altri leggono e interiorizzano, oltretutto con piacere, è qualcosa di estremamente gratificante... Un bacio affettuoso a tutti voi!

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