domenica 15 maggio 2011

Quanto si legge in Italia?


Come ogni anno di questi tempi, l’Istat ha comunicato gli ultimi dati sulla lettura di libri in Italia, riferiti all’anno 2010.
Dunque, stando a quanto affermano le ultime rilevazioni, in Italia si legge un poco di più, rispetto all’anno passato. Infatti, secondo i dato statistici, nel 2010 il 46,8% della popolazione con più di 6 anni (26 milioni e 448 mila persone) dichiara di aver letto, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali, almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Rispetto al 2009 si registra un aumento della quota dei lettori di libri dal 45,1% al 46,8%.
Diminuiscono leggermente le differenze di genere, mentre aumentano le differenze territoriali e quelle sociali. Le donne leggono più degli uomini: le lettrici, infatti, sono il 53,1% del totale, contro il 40,1 dei lettori.
Un dato in parte sorprendente riguarda gli adolescenti: tra gli 11 e i 17 anni si riscontra la quota più alta di lettori (oltre il 59%), con una punta tra gli 11 e i 14 anni (65,4%). Si tratterebbe, se confermato, di un dato piuttosto incoraggiante, perché vorrebbe dire che i giovani, nonostante TV ed Internet, stanno riscoprendo la lettura, anche se poi sarebbe interessante verificare quali generi letterari essi preferiscano.
Si legge di più al Nord e nel Centro, con percentuali di lettori superiori al 50% della popolazione di 6 anni e più. Nel Sud e nelle Isole, invece, la quota di lettori scende al di sotto del 37%: la differenza risulta significativa e si commenta da sola, purtroppo!
Circa il 90% delle famiglie dichiara di avere libri in casa, il che significa che un buon 10% dichiara di non possederne alcuno! Il dato è positivo o negativo, in base ai punti di vista.
Sul piano sociale, come era lecito attendersi, leggono di più i laureati, i dirigenti, gli impiegati, i quadri, gli studenti; leggono di meno gli operai, i ritirati dal lavoro e le casalinghe, i quali, probabilmente hanno altre faccende cui pensare.
Come commentare questi dati? Certo, il fatto che sia aumentato dell’1,7%, rispetto all’anno passato, il numero dei lettori, non può che essere considerato un fatto positivo. Ricordiamoci, però, che esiste sempre un buon 53,2% di persone che non ha mai letto nemmeno un libro nei 12 mesi precedenti, e questa, per un paese di grande tradizione letteraria come il nostro, non è una cosa di cui andar troppo fieri.
D’altra parte, le grandi manifestazioni dedicate al libro, come il salone di Torino, riscuotono un certo successo, anche perché offrono ai lettori la possibilità non solo di conoscere e toccare con mano tutte le novità editoriali proposte da case editrici grandi e piccole, ma anche quella di incontrare gli autori e dialogare con loro, cosa che suscita interesse nei lettori di tutte le età.
Insomma, cosa si potrebbe fare in Italia per favorire l’interesse per la lettura?

Ferdinando G. Rotolo (maggio 2011)

8 commenti:

  1. Leggo con interesse questo tuo articolo e i dati istat. La mia attenzione viene catturata da un particolare però, in generale si parla di “lettura”, nello specifico “leggere libri”. Può sembrare una piccolezza, secondo me non lo è affatto. Esempio, mia nonna, 84 anni, è tra le persone che nell’ultimo anno non ha letto nemmeno un libro, tuttavia è un’accanita lettrice di riviste in cui si raccontano storie di vita vissuta (potremmo considerarle dei racconti brevi, delle novelle…) è “degna” di essere chiamata lettrice? Internet permette letture on line, si parla più che altro di racconti di vario genere o poesie, non di libri e molte persone leggono questi racconti o queste poesie, perché sono veloci, ma magari non hanno il tempo di aprire un libro. Sono o non sono lettori? L’amore per la lettura credo sia innato nelle persone, ma leggere, per fortuna, non si limita ai soli libri! Se vogliamo soffermarci su questi ultimi allora credo che la scuola possa dare una mano, ma i docenti devono essere molto bravi a suggerire le letture ai propri alunni. Io adoro leggere (anche i volantini se per le mani non ho altro!), ma ricordo come supplizio le letture imposte di vecchi classici e autori pesanti…se non avessi amato la lettura di mio l’avrei abbandonata! Sicuri che non esistano altri autori più contemporanei che possano essere suggeriti agli studenti?
    Tartaruga82

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  2. Ciao Ferdinando,
    bella la tua riflessione sulla lettura e sul fatto che in Italia si legge poco o niente in confronto ad altri paesi europei, è una cosa che ho subito notato andando all'estero, soprattutto in Inghilterra, penso il primo paese in Europa dove si legge tant.. la gente legge in metro, sui pullman, sui treni, nelle sale d'attesa, persino nelle posizioni piu' scomode per esempio in piedi, quando sono schiacciati come sardine, leggono anche quando hanno il tempo di una sola fermata! in molti leggono libri quasi tutti leggono i quotidiani, in Italia difficilmente vedo i ragazzi che leggono un quotidiano, pochissime le persone che leggono libri, credo che il motivo sia troppa tv, troppi cellulari, troppi pochi valori e molto provincialismo..si pensa molto a nutrire il corpo ma poco la mente!
    Katya

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  3. Il problema? Troppa TV, troppo facebook, troppi videogiochi... i ragazzi leggono sempre meno e scrivono sempre peggio! Ma una parte della colpa è delle famiglie, che spesso considerano i libri come dei soprammobili!
    Simona

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  4. si stampano più libri di quanti siano i lettori reali; per le vendite lasciamo perdere visto che i libri non si giudicano con il metro del capitale. Molti di questi problemi sono ascrivibile alle grandi case editrici come Mondadori e Feltrinelli che hanno dopato il mercato.

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  5. Esiste un "countdown" da quando i ragazzi arrivano nelle scuole di ogni ordine e grado: il tempo utile per far amare ai ragazzi la lettura dei libri di qualsiasi genere. E' una responsabilità, un obbligo dei docenti il realizzare ciò, soprattutto senza che essi se ne accorgano...suggerimenti continui sulle letture che noi stessi amiamo, e , come un medico che dà la sua prognosi, a ciascuno è il caso di consigliare il libro che ci sembra adatto ai suoi gusti, magari leggerlo assieme a lui.
    Se si è ben seminato si potrà forse raccogliere i frutti in un futuro non così lontano.
    Serve soprattutto far capire che, a entrare in una libreria o in una biblioteca, non si contrae alcuna malattia contagiosa.

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  6. tartaruga82 e Alessandra sottolineano il ruolo che può avere la scuola, anch'io ne sono convinto. Bisogna educare i giovani alla lettura, magari non su testi che essi troverebbero noiosi, ma su quelli più vicini ai loro gusti: così si semina per il futuro.
    Cirano ha ragione, quando evidenzia il ruolo di 'disturbo' delle case editrici.
    katya e Simona se la prendono con i dis-valori trasmessi dalla società: certo, anche quello influisce...
    E se portassimo più spesso i ragazzi in libreria?

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  7. Caro Fernandito,
    la questione che poni è cruciale. I ragazzi che ogni giorno abbiamo la fortuna d'incontrare nelle nostre scuole, vivono in un territorio povero di opportunità e servizi, le due cose a mio avviso dovrebbero andare di pari passo; è vero infatti, che io posso invitare gli scrittori, ma se poi dopo le cinque del pomeriggio da Melicucco, ad esempio, non ci sono più autobus per spostarmi sono tagliato fuori.
    Parto da lontano perchè il diritto all'istruzione non cammina mai da solo, altrimenti costruiamo eventi che sono solo specchietto per le allodole, vedi i grandi happening dello scientifico di Cittanova con i ldeserto attorno.
    Nel nostro piccolo credo che sia fondamentale creare una rete di persone; le istituzioni, con le gelosie reciproche fra dirigenti e la burocrazia, le metterei da parte.
    Serve incontrarci, vederci in viso, conoscerci e sperimentare percorsi nuovi che non siano gli asfittici progetti PON_PON che tra laltro nel 2013 finiranno.
    Proporre occasione di scambio fra studenti, leggere romanzi insieme, letture, reading, rappresentazioni e poi i viaggi d'istruzione, Torino e Roma offrono due saloni del libro ricchi di incontri perchè non metterli in programma??
    Quest'anno sono riuscito ad avere ospite Mimmo Gangemi, lo scorso anno Carmine Abate, con grande sacrificio, perchè fatti al mattino e neanche un euro nel budget... Ma credo sia possibile e necessario attivarci fra di noi per il prossimo anno.
    Fabio

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  8. Caro prof,
    secondo me,un modo per invogliare la gente a leggere di più potrebbe essere quello di far capire che le emozioni descritte nei libri sono diverse da quelle che la televisione e internet ci propongono.Io mi sono resa conto di questo quando ho letto il libro di Luisa May Alcott che si intitola "Piccole Donne", ed ho notato che la descrizione dei paesaggi,dei personaggi e delle emozioni erano più intense nel libro rispetto a come si vedevano nelle scene del film "Piccole Donne"interpretato dall'attrice Keira Knightley che ho visto in televisione.
    distinti saluti
    Alessia M.

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